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  • 26 Agosto 2014

    OMS inadeguata di fronte all’Ebola: occorre un impegno per il suo rilancio

    La perdita di autorevolezza degli organismi di governo internazionale è sotto gli occhi di tutti: il ruolo delle Nazioni Unite da anni si è significativamente ridimensionato così come è avvenuto anche per tante altre istituzioni in passato molto prestigiose, come ad esempio l'Unesco. Ma, fino a pochi anni fa, nulla aveva intaccato l'autorevolezza dell'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Le nuove epidemie sembrano invece aver evidenziato pericolose crepe nella sua organizzazione.


    Sono di questi giorni le critiche più o meno velate mosse all'OMS da Médecin Sans Frontiers (una storica e importante organizzazione indipendente medica umanitaria che assiste le popolazioni afflitte da guerre, povertà e carestie ovunque nel mondo) per la lentezza con cui si è mossa nel valutare i pericoli del virus Ebola. Già nel 2009 la gestione OMS della pandemia di influenza A era stata criticata da più parti, tra le quali il Consiglio d'Europa. Il British Medical Journal, un'importante rivista medica di prestigio internazionale, allora aveva apertamente attaccato l'OMS per la scelta di alcuni consulenti scientifici con evidenti conflitti di interesse con l'industria farmaceutica. Ma l'ultima cosa di cui il mondo ha oggi bisogno, nell'era della globalizzazione, è una OMS debole. Harvey Fineberg, il medico che ha presieduto la task force che ha fatto fronte all'epidemia di influenza A, proprio da quell'esperienza ha tratto alcune riflessioni pubblicate pochi mesi fa sul New England Journal of Medicine: prima di tutto l'OMS ha come mandato di promuovere la salute in tutto il mondo, ma questo concetto di equità di intervento non sempre coincide con l'impegno e l'interesse di tutti gli stati membri. Inoltre il budget di cui dispone l'OMS è totalmente inadeguato ai compiti che deve svolgere. E infine la sua strutturazione in agenzie regionali dotate di importante autonomia non sempre ne garantisce un facile coordinamento.


    Ebola rappresenta già oggi un fallimento dell'impegno internazionale, perseverare sarebbe diabolico e la salvezza risiede proprio in un rilancio dell'OMS, una sfida che dipende da tutti gli stati membri, non ultima l'Italia.


    Sergio Harari