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  • 24 Aprile 2017

    La possibile memoria condivisa

    Verso il 25 Aprile

    “La memoria deve essere ciò che ci unisce, non ciò che divide”.
    Può sembrare una frase scontata, non lo è se si pensa che a pronunciarla fu il premio Nobel per la pace Elie Wiesel, sopravvissuto agli orrori di Auschwitz e di Buchenwald. E’ bene ricordarla in questi giorni di polemiche mai sopite e di rischi di contestazione alla Brigata Ebraica al corteo di domani, una festa collettiva in memoria della liberazione nazi-fascista.
    Il raggiungimento di una memoria condivisa sembra ancora un obiettivo lontano, e, come ha scritto sul Corriere Paolo Mieli ricordando la storia di questa formazione combattente e il suo sacrificio, è incredibile che ebrei abbiano difficoltà a partecipare alle manifestazioni in ricordo di un supplizio di cui furono in verità le principali vittime.
    L’ANPI milanese ha preso una posizione netta, non era scontato visto quello che sta avvenendo a Roma, sede della più antica comunità della diaspora, e quanto è accaduto solo pochi mesi fa a Biella, quando la sezione locale dell’ANPI concesse il proprio patrocinio alla proiezione del film antisemita “Israele, il cancro”. Il vessillo bianco azzurro della brigata militare di un Paese ancora in embrione (solo nell’Ottobre del 1948 il neonato stato di Israele lo adotterà come bandiera) e che partecipò alla nostra liberazione, non può diventare l’occasione per strumentalizzazioni che vogliono solo dividere invece che unire nella memoria, strappando così uno dei capitoli che compone il grande libro della storia.

    [Corriere della Sera - edizione Milano. Editoriale scritto da dott. Sergio Harari]