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  • 17 Ottobre 2017

    Un progetto per dire “ALT” all’aritmia atriale

    Buone Notizie - inserto del Corriere della Sera

    La fibrillazione atriale è il più frequente disturbo del ritmo cardiaco, quella che viene comunemente definita una aritmia. In Italia si calcola che ne soffrano circa 600.000 persone, una stima destinata a aumentare nei prossimi anni per l’invecchiamento della popolazione. Quando gli atrii del cuore fibrillano (cioè si contraggono in modo scoordinato) al loro interno possono formarsi trombi che possono poi migrare causando danni a organi vitali come polmoni e encefalo. La fibrillazione atriale è infatti uno dei maggiori responsabili di ictus cerebrali, si calcola che fino al 20% di tutti gli ictus siano determinati da questa aritmia. Una diagnosi precoce di fibrillazione atriale è quindi cruciale per potere attuare tempestivamente tutte le misure terapeutiche in grado di trattarla e di evitarne le pericolose conseguenze. La diagnosi può essere semplice e poco costosa: basta sentire il polso, saper riconoscere l’alterazione del ritmo e confermare il sospetto con un elettrocardiogramma. “ChYP - Check Your Pulse: il ritmo del cuore” è un progetto pilota di ALT (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardio-vascolari Onlus) che vuole insegnare ai ragazzi a sentire il polso e a riconoscere possibili aritmie. Attraverso un percorso educativo che prevede l’utilizzo di forme espressive come la musica e la cinematografia, ALT spiegherà agli studenti di due scuole milanesi come funziona il sistema cardiovascolare, come si formano coaguli e trombi e come si riconosce un disturbo del ritmo cardiaco, quali ne possono essere le cause e, infine, come si può proteggere il proprio cuore e prevenire le malattie cardio-vascolari. ALT è nata 30 anni fa con l’obbiettivo di sensibilizzare alla prevenzione delle malattie cardiovascolari e da trombosi. In questi anni ha sviluppato campagne di educazione e finanziato importanti progetti di ricerca. L’associazione vuole puntare su iniziative rivolte ai più giovani e ai bambini, categorie sulle quali gli effetti delle azioni preventive possono avere ricadute anche maggiori. ChYP ne è un esempio, un piccolo progetto che potrebbe avere grandi sviluppi.